Da "La trattoria" di Michele Scaperrotta


Le donne della ‘rüvera’


I cortili vicino alla trattoria avevano quella che in dialetto si chiamava la ‘rüvera’.

Li si mettevano gli scarichi delle stalle e anche umani delle persone, in poche parole la merda veniva accumulata nella rüvera e poi usata come concime per i prati.
Pochi avevano il bagno in casa, di solito era in cortile e in comune, direttamente collegato con la rüvera.
In inverno, col freddo, era proprio un guaio andare in bagno, sarà per questo che eravamo tutti stitici a quei tempi

Boh!
Questa merda quando la mettevano nei campi era di una puzza che non vi dico!
Probabilmente di qualità ottima, per puzzare così tanto!
Naturalmente queste ‘rüvera’ non sempre venivano coperte, erano negli angoli più remoti del cortile dove nessuno ci sarebbe mai andato, almeno questo pensavano i grandi.
Invece i ragazzini non ragionano come loro, per fortuna.
Era un pomeriggio d’estate, le vecchiette radunate all’ombra della grossa quercia, a raccontare i fatti del rione.
Noi ragazzini giocavamo li poco distanti.
Mentre correvo, casco sparato dentro la ‘rüvera’, che era talmente piena di merda da raggiungere il livello del terreno, anzi sembrava terra.
Lì quando ci caschi dentro è come essere nelle sabbie mobili, sprofondi velocemente.

Gli altri ragazzi, visto la cosa, si mettono ad urlare ed in poco tempo ecco tutte le donne della corte li attorno alla ‘rüvera’.
Che fare?
Chiamate Gino,  Giorgio………, chiamate un uomo, sbrigatevi, aiuto…….!
Urlavano le donne.
In poco tempo gli uomini della corte erano li e con bastoni, assi, funi riuscirono a tirarmi fuori, dalla merda.
Ma come puzzavo!
Le donne con il tubo dell’acqua mi lavavano o cercavano di farlo.
Ma anche dopo diverse ore di lavaggio puzzavo di merda in un modo indescrivibile.
Nel frattempo erano arrivati li mia madre e la Teresona, la mia protettrice, lei mi difendeva sempre, quante sculacciate evitate grazie a lei.
Io la ricompensavo a modo mio, quando ordinava ‘il grappin’ le riempivo il bicchiere a più non posso.
E anche stavolta alle urla e promesse di botte di mia madre, lei: non è colpa di Giovanin ma degli uomini del cortile che non hanno svuotato la ‘rüvera’.
Un’ amica la Teresona!
Alla fine tutti concordi nel dire che era andata bene, me l’ero cavata con una mega lavata e tanta puzza.
Che sarà mai?
Almeno quella era puzza di merda vera non quella che poi tante volte ho sentito nel corso della mia vita di persone che se la tiravano stupidamente!


Continua...........

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