La trattoria


Dal libro "La trattoria" di Michele Scaperrotta

C’erano due magnifiche magnolie nel piccolo prato davanti alla trattoria. In primavera inebriavano di profumo tutta la via, erano di colore rosa bianco,  insomma, incantevoli.
Lì, in estate, venivano messi dei tavoli, dove, vecchi e giovani sostavano, discutevano, bevevano, ed io, piccolo allora, ascoltavo e…. crescevo.
Al profumo delle magnolie son cresciuto, mi son formato.
Lì ho sentito le prime cose riguardanti la vita, le cose della gente, il più e il meno dei fatti. .Un mondo incredibilmente vero, leale, sincero, poi perduto e mai più ritrovato.
Personaggi di tutte le età ruotavano attorno a me, o meglio alla trattoria.
Nel pomeriggio i pensionati o i vecchi si radunavano là fuori per la quotidiana briscola.
Urla e vaffanculo erano nel gergo normale della loro parlata, ma niente rancore, quello veniva affogato con un buon sorso di vino nero.
Poi quando si alzavano erano guai ad attraversare la strada.
Spesso venivo chiamato in aiuto:
“Giovanin vieni qui, non vedo la strada!
Dammi una mano”
Io accorrevo ad aiutare: Achille, Pietro, erano i soliti, quelli che bevevano di più.
In inverno spesso si radunavano vicino alla stufa e tra un bicchiere e l’altro vomitavano il loro mondo, il loro vissuto era un piacere indescrivibile, storie di vita vera.
Io stavo a bocca aperta ad ascoltare.
Chissà se poi sempre dicevano la verità, ma poco importava, era troppo eccitante ascoltare quelle storie, quei frammenti di vita passata.
Spesso dovevo interrompere l’ascolto perché qualche forestiero di passaggio si fermava a bere qualcosa.
Lo servivo alla svelta e tornavo a sedermi nella cerchia dei vecchi ‘saggi’.
Erano ‘rispettosi’ a volte mi aspettavano e poi riprendevano i loro racconti.............

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