Il formaggiaio
Tutti i giovedì era festa nel rione, almeno per i bambini e ragazzini, arrivava il formaggiaio.
Questo veniva in sella ad una strano furgone verde.
Una moto adattato a tre ruote con un grosso carretto integrato, strapieno di formaggi.
Parcheggiava nel piazzale davanti alla trattoria, sotto le magnolie e tutte le donne del rione accorrevano li a comprare il formaggio.
Dicevano che era buono e non caro.
Faceva prezzi ragionevoli.
Noi ragazzini tutti attorno a sto strano carretto, lui un omone, che ancora oggi non capisco come stesse in equilibrio su quella motoretta, in curva poi era tutto un programma, ma per fortuna non è mai caduto, era un buono.
Ci regalava pezzettini di formaggio, ce ne era per tutti.
Ma quello il più richiesto era quello con la crosta nera. Aveva una crosta nera come il carbone.
Ma come era buono sto formaggio!
La crosta veniva sfregata sull’asfalto della strada, il catrame ruvido asportava quella parte nera e la crosta diventava chiara, una vera bontà.
Era una lotta infernale tra di noi per acchiappare più croste possibili, una vera goduria del palato.
Con lui, il grassone, non c’era problema, era un democratico, riusciva sempre a darne un po’ a tutti.
Non so se era bontà la sua, oppure si divertiva a vedere dei mocciosi affamati attorno.
Mai capito, ma ci divertivamo e lui in fondo era generoso.
Il
mangiatore di coltelli
Un cliente quotato, di riguardo, era il ragioniere.
Questo era un signore di mezza età: mai saputo se giovane o vecchio, uno senza età.
Alla domenica pomeriggio andava sempre a fare la passeggiata con la moglie fino al fiumiciattolo e poi al ritorno si fermavano da noi alla trattoria.
Ricordo che i miei genitori riservavano molta attenzione al ragioniere, era un cliente di riguardo, educato e poi aveva gli studi, la sua presenza riempiva di prestigio la trattoria.
Erano i primi ad esser serviti anche se arrivati dopo.
Ora dovete sapere che il ragioniere sarà stato istruito, educato, ma qualche bicchierino di vino con la consorte se lo beveva.
E qui viene il bello, aveva un vizietto, era un po’ esibizionista, anzi, la moglie lo assecondava.
“Giovanin porta qui i coltelli da cucina.” mi ordinava.
Quando sentivo questa richiesta mi veniva la pelle d’oca, avevo paura, sapevo cosa avrebbe fatto e non mi piaceva affatto.
Nel bel mezzo della parete più grande della trattoria c’era un grande specchio, che non era fissato dritto alla parete, ma inclinato.
Il ragioniere era una specie di fachiro, si vantava che era capace di infilarsi un lungo coltello da cucina giù nella gola e per far questo si metteva dritto di fronte a questo grande specchio.
Tutta la trattoria quando iniziava questa cosa era in gran silenzio attorno al ragioniere e alla moglie che le faceva da assistente, quasi come in uno spettacolo da circo.
Erano attimi interminabili per me, me ne stavo nascosto in cucina ad aspettare il fragore degli applausi. Era il segnale che il ragioniere aveva terminato quella cosa odiosa ma di grande prestigio e ammirazione per lui.
Questo con una facilità indescrivibile si “ingoiava” o meglio si infilava un coltello affilato di circa 30cm giù per la gola, come facesse non l’ho mai capito, insomma rischiava la vita per niente, per un po’ di gloria alla trattoria.
La gente è strana a volte.
Continua..........
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